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Museo Cruto

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Sabato 3 aprile 2004 il Comune di ALPIGNANO (Torino) ha inaugurato l'Ecomuseo "Sogno di luce: la lampadina di Alessandro Cruto".
Il Museo ha sede in via Matteotti 2 Alpignano (TO), è aperto il giovedì dalle 15 alle 19 e la prima domenica del mese dalle 15 alle 19.
Per informazioni Biblioteca Comunale "Caduti per la Libertà" dì Alpignano telefono e fax 011.9671561.
L'edificio di via Matteotti che ospita L'Ecomuseo, nasce come mulino e nel 1886 diventa fabbrica per la produzione su scala industriale delle lampadine ad incandescenza, brevetto Cruto, alla fine dell'800 l'azienda cambia denominazione in Società Dora e costituisce un nuovo stabilimento per la costruzione di accumulatori.
Nel 1903 l'azienda viene rilevata dall' Ing. Clerici, divenuta in seguito Edison Clerici, dove venivano fabbricate le lampade a filamento metallico.
Nasce la famosa lampada Zeta che resterà in produzione fino alla fine degli anni `20, anno in cui, con la chiusura della ditta cesserà la produzione.
Nel 1926 l'edificio e gli altri capannoni usati dalla ditta Edison Clerici vengono messi in vendita e quindi comprati dalla Philips che aprirà ad Alpignano la prima produzione in Italia di lampade ad incandescenza presso lo stabilimento più recente, mentre il vecchio edificio di via Matteotti diventa il dopolavoro Philips.
Dal l996 con un ottimo lavoro di recupero. è diventato sede della Biblioteca Comunale e di numerose Associazioni cittadine.
ALESSANDRO CRUTO
Nasce il 24 maggio 1847 a Piossasco (Torino) da una famiglia di capimastri originaria del Biellese. Una grande passione per la chimica e per la fisica lo porta a frequentare da uditore le lezioni tenute alla Regia Università di Torino. Il suo obiettivo: scoprire un metodo per produrre diamanti artificiali attraverso studi sulla cristallizzazione del carbonio.
Con i pochi mezzi a disposizione nel 1872, allestisce un piccolo laboratorio dove si dedica alla sperimentazione su vari carburi. Partendo dalla ricerca sul carbonio, arriva ad ottenere un filamento dalle caratteristiche necessarie a risolvere il problema dell'illuminazione elettrica con lampade ad incandescenza. Il suo sogno si trasforma in luce e nel 1880, primo in Italia, riesce ad accendere una lampadina elettrica, utilizzando la corrente di una batteria di pile Bunsen.
Successivamente nel bulbo vetroso Cruto introduce sottilissimi filamenti di carbonio avvolti a spira, elastici e vuoti all'interno. inoltre realizza uno speciale attacco, molto flessibile, per la sospensione del filamento della sua lampada ad incandescenza; la luce prodotta è costante, brillante e più adatta delle altre all'illuminazione di ambienti interni.
Nel 1883 Alessandro Cruto illumina con le sue lampade il centro di Piossasco e, nel 1884, dopo il successo ottenuto alla Mostra dell'Elettricità nell'Esposizione Generale Italiana di Torino, le sue lampadine iniziano ad illuminare molti opifici, tra cui l'ospedale di Le Havre in Francia. Nello stesso periodo, al di là dell'oceano, Thomas Alva Edison conduce analoghi esperimenti, riscuotendo grande successo anche in Francia, grazie all'illuminazione totale della Place de la Concorde a Parigi. La differenza tra i due inventori sta nel fatto che le lampadine prodotte in Piemonte sono di qualità superiore a quelle americane ma, a causa degli onerosi investimenti necessari per la produzione in serie, gli stessi industriali Italiani preferiscono il sistema Edison.
Tuttavia nel 1885 si costituisce a Torino la "Società Italiana di Elettricità - Sistema Cruto". Il vecchio laboratorio di Piossasco non è più adeguato e, nel 1886, la nuova "fabbrica di luce" viene situata ad Alpignano lungo le sponde della Dora Riparia. Nel 1887 il Comune di Alpignano affida alla Società Cruto l'illuminazione del centro abitato.
La conoscenza del brevetto Cruto si diffonde nel mondo e lo acquista persino l'americana Westinghouse, che pure vanta in patria l'inventore Edison. Le lampade ad incandescenza di Cruto raggiungono la Germania, la Francia, la Spagna, l'Inghilterra e anche Cuba e l'Algeria.
Nel 1895, allontanatosi dalla Società che aveva contribuito a creare, Alessandro Cruto divide le sue giornate tra la casa torinese e l'amato laboratorio di Piossasco. Si spegne a Torino il 15 dicembre 1908, a soli 61 anni, lasciandoci, appuntati nei suoi taccuini, spunti di riflessione:
"L’inventore è un essere che continua ad essere ragazzo finché muore";” La forza dì volontà, unico mezzo per giungere alla meta prefissatami".


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